venerdì 5 dicembre 2014

HUNGER GAMES - IL CANTO DELLA RIVOLTA NON E' UN FILM PER BAMBINI


HUNGER GAMES – IL CANTO DELLA RIVOLTA NON E’ UN FILM PER BAMBINI

In sala si spengono le luci, il silenzio sovrasta la sala, tutto quello che si sente è il rumore dei popcorn e delle patatine sgranocchiati e i battiti dei cuori impazziti dei fan seduti sulle poltrone. Inizia la prima scena e tutti tutti trattengono il respiro, gli occhi incollati sullo schermo. Poi finalmente compare il titolo del film che conferma a tutti che sono veramente lì, che quello che stanno vivendo non è un sogno e che il momento che hanno tanto atteso è finalmente arrivato. Ecco allora che all’unisono si alzano le mani sinistre, solo tre dita alzate, si portano alla bocca e poi si distende il braccio in aria, tutto accompagnato da quattro semplici note: fa, la, sol, do; in tutto il mondo i fan della saga hanno celebrato così l’uscita di “Hunger Games – Il Canto della Rivolta- Parte I”, un evento attesissimo che non ha deluso le aspettative dei milioni di fan.

                                                            Saluto di Hunger Games

Se non ha deluso i fan però, ha deluso molti genitori ignoranti e superficiali che in USA e in Gran Bretagna si sono rivoltati dichiarando la pellicola “non adatta per un pubblico di bambini” per, come riporta il settimanale OGGI “le esecuzioni pubbliche, corpi maciullati, persone divorate da animali selvatici”.

 Partiamo dal presupposto che la saga NON è rivolta ad un pubblico infantile, infatti se si digita su Internet “ Hunger Games genere letterario” questo è ciò che compare dalla ricerca:

                                                                         
risultato della ricerca

Dove letteratura per giovani adulti e romanzo d’avventura NON significano automaticamente “per bambini”, in quanto il termine giovani adulti prevede una fascia di lettori che abbiano dai 13 anni in su, e un romanzo di avventura non deve essere necessariamente per un pubblico infantile.
La saga infatti è ambientata in un futuro post-apocalittico dove gli abitanti di Panem vivono divisi in dodici distretti in cui conducono una vita disagiata e in povertà e soprattutto sottomessa alla volontà di Capitol City, la città dove ha sede il presidente Snow, un dittatore senza scrupoli. In seguito a una rivolta dei distretti, per ricordargli ogni anno la sua massima autorità, Capitol City ha inventato gli Hunger Games, un reality show in cui due ragazzi per ogni distretto (maschio e femmina) tra i dodici e i diciotto anni si scontrano in un’arena finchè solo uno di loro sopravvive.
Un’atrocità per gli abitanti dei distretti e un mezzo di intrattenimento e di svago per i superficiali abitanti della capitale che gioiscono nel vedere la gente soffrire e poi morire. Da questo contesto si sviluppa la trilogia, che a differenza delle altre saghe ha un maggiore e rilevante significato politico e affronta dei temi decisamente meno “leggeri” di altre saghe blockbuster come “Harry Potter” o “Twilight”

I tre libri della serie

Ritengo comprensibile quindi il mio stupore quando al cinema ho visto quattro bambine non piu’ alte di 120 cm, con addosso la felpa di hello kitty e le lelly kelly ai piedi, che tutte convinte si incamminavano verso la sala dove veniva proiettato il film, tanto da essere certa in un primo momento che avessero sbagliato sala dato che accanto veniva proiettato “ I pinguini di Madagascar”. Il mio stupore si è poi tramutato in preoccupazione quando le bambine insieme alla madre si sono tranquillamente accomodate in sala.

È questo che io trovo invece sia molto deludente: già dando una rapida occhiata alla trama si puo’ facilmente intendere che non è una visione adatta a dei bambini, e aldilà delle etichette che uno puo’ pensare siano attribuite al film, un genitore se possiede un minimo di buon senso, prima di portare i figli a vedere una pellicola del genere, dovrebbe informarsi riguardo ai suoi contenuti e non accompagnare i propri figli “alla cieca” a vedere un film che non si sa se sia adatto alla loro età…..

Ricordo che quando uscì il primo film de “Le cronache di Narnia” io avevo poco piu’ di otto anni e mia mamma nel visionare il trailer, in cui si vedono prevalentemente scene di battaglia con creature mitologiche bruttissime, si era chiesta, prima di accompagnarmi, se fosse il caso oppure no, tanto che mando’ prima mia cugina, piu’ grande di cinque anni, per poi farsi dire se era un film appropriato o no. Ovviamente “Le cronache di Narnia – il leone, la strega e l’armadio” non è minimamente paragonabile ad “Hunger Games” ed è adatto a un pubblico anche di piu’ piccoli; questo solamente per dire che spesso l’apparenza inganna e come “Le cronache di Narnia” non è assolutamente violento come poteva sembrare, così “Hunger Games” dal trailer potrebbe sembrare un semplice film d’azione, ma in realtà è molto di piu’ di questo…..
Perciò quando i genitori contestano le scene dei combattimenti e delle esecuzioni non comprendono che esse appaiono così brutali non per le violenze di per sé che vengono commesse, ma per il contesto della storia in cui avvengono, perché le uccisioni che vengono mostrate sono trattate in modo misurato e non eccessivo, come invece capita spesso in blockbuster come “Transfromers” o “The Avengers”, che però stranamente, nonostante comprendano scene di violenza piu’ esasperata, pur non trasmettendo un messagio che la richieda per rappresentarlo, non vengono contestati, al contrario vengono visti dai bambini come una volta noi da piccoli guardavamo e riguardavamo “Tom e Jerry”

Inoltre rimango sconcertata dal fatto che tanti di questi genitori, dal momento che li hanno portati a vedere un film non adatto alla loro età, quando escono dalla sala, non si preoccupino nemmeno di assicurarsi che i figli non siano rimasti turbati da alcune scene o di spiegargli il messaggio del film, ma al contrario se ne sentono alcuni fare solo commenti del tipo “ Era meglio il secondo film, lì Peeta (un protagonista) era piu’ figo, qui invece era piu’ brutto” oppure “certo che potevano prenderne almeno una carina per fare la protagonista”….. perciò se nemmeno certi adulti riescono a comprenderne il messaggio, come si puo’ pensare che siano in grado di coglierlo dei bambini?

Quindi sono d’accordo quando i genitori affermano che delle scene non sono adatte a dei bambini, dato che non lo è in definitiva. Per fortuna però i giovani che hanno recepito il messaggio di questa saga, aldilà del gusto personale riguardo alla storia che è insindacabile, sono numerosissimi e in maggioranza rispetto a quelli troppo ottusi e superficiali per comprenderlo.

Concludo con un’intervista a dei fan della saga:












Alessia Ferrero

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