lunedì 17 novembre 2014

Nicola Bolla rielabora il concetto di scultura

C'era una volta la scultura classica. La scultura caratterizzata da materiali opachi, pesanti come il marmo, il legno. L'opera assorbiva la luce e con essa lo sguardo per porre l'attenzione sulle forme, sui volumi, sulla solidità e sulla staticità degli oggetti. Michelangelo, Donatello, Raffaello, Canova hanno creato opere secondo questi valori per rappresentare il mondo che li circondava.
Poi il mondo è cambiato. La solidità è svanita a poco a poco per lasciare spazio ad un mondo fatto di idee, di concetti. L'arte concettuale ha preso piede, ma non bastava. La trasformazione, la velocità del cambiamento sono diventate il centro. L'effimero, la caducità e la leggerezza hanno preso il controllo. E l'idea, il concetto si sono frantumati. Sono nate così opere in antitesi con la scultura classica. Opere completamente diverse da ciò che questa arte era in principio. Questa nuova tendenza si è sviluppata tra molti artisti contemporanei. Nicola Bolla è un'artista di riferimento per questa nuova concezione. Forse uno dei suoi fondatori.
Artista piemontese, nasce a Saluzzo nel 1963 e oggi vive a Torino. La sua carriera, che in un certo senso è iniziata fin da piccolo, poichè figlio d'arte, risale al 1984 con l'esposizione alla galleria Martano di Torino. A partire da mostre torinesi, ha esposto al di fuori dell'Italia, anche in territori oltreoceano come New York. Bolla è uno degli artisti piemontesi più conosciuti e più apprezzati al mondo. Il suo pensiero è stato influenzato da Francis Bacon, pittore irlandese del Novecento e dagli artisti dell'arte povera, ma ha sviluppato uno stile del tutto personale.

"Skull", il teschio tempestato di swarovski di Nicola Bolla
Il materiale che maggiormente utilizza è lo swarovski. Un materiale leggero, che riflette, a differenza di quelli tipici della scultura classica. La luminosità superficiale del cristallo fa perdere all'opera il suo peso specifico e rende bene l'idea dell'effimero che ci circonda. Questo materiale così prezioso esprime in modo efficace l'inutilità del lusso. Ne è un esempio l'immagine a sinistra: questo teschio presenta i concetti principali dell'arte di Nicola Bolla. L'artista ha realizzato il primo teschio in swarovski nel 1997, intitolandolo "Skull". Qualcuno sostiene che l'artista inglese Damien Hirst, che ha creato nel 2007 il teschio in platino e diamanti "For the love of God" abbia copiato o almeno si sia ispirato all'opera dell'artista piemontese.


Due pappagalli creati con le carte d a gioco da Nicola Bolla
Come si vede nell'immagine a destra, utilizza anche altri materiali, come le carte da gioco. Un uso insolito ma d'effetto. Con questo materiale crea grandi uccelli, in questo caso due pappagalli, che trasmettono l'azzardo e la mutevolezza delle cose. In questo modo ricostruisce fedelmente una realtà naturale, che però rende artificiosa attraverso la finzione rappresentata dalla carte. Infatti, queste possono essere paragonate ai personaggi di un'opera teatrale, che apparentemente fanno parte di un mondo vero, ma al quale in realtà sono estranei.

L'artista, che ha da poco esposto le sue opere nelle due fiere torinesi Artissima e Paratissima, sta lavorando a diversi progetti tra cui un lavoro a quattro mani con un famoso mosaicista di Ravenna.
Si può dire che Nicola Bolla abbia rielaborato il concetto di scultura, utilizzando quest'arte per rappresentare la realtà che ci circonda per quello che è veramente, fugace e mutevole.

Per approfondimenti, ascoltate direttamente le sue parole nell'intervista che mi ha concesso:
Intervista a Nicola Bolla
  
Francesca Lionetti

Nessun commento:

Posta un commento