Poi il mondo è cambiato. La solidità è svanita a poco a poco per lasciare spazio ad un mondo fatto di idee, di concetti. L'arte concettuale ha preso piede, ma non bastava. La trasformazione, la velocità del cambiamento sono diventate il centro. L'effimero, la caducità e la leggerezza hanno preso il controllo. E l'idea, il concetto si sono frantumati. Sono nate così opere in antitesi con la scultura classica. Opere completamente diverse da ciò che questa arte era in principio. Questa nuova tendenza si è sviluppata tra molti artisti contemporanei. Nicola Bolla è un'artista di riferimento per questa nuova concezione. Forse uno dei suoi fondatori.
Artista piemontese, nasce a Saluzzo nel 1963 e oggi vive a Torino. La sua carriera, che in un certo senso è iniziata fin da piccolo, poichè figlio d'arte, risale al 1984 con l'esposizione alla galleria Martano di Torino. A partire da mostre torinesi, ha esposto al di fuori dell'Italia, anche in territori oltreoceano come New York. Bolla è uno degli artisti piemontesi più conosciuti e più apprezzati al mondo. Il suo pensiero è stato influenzato da Francis Bacon, pittore irlandese del Novecento e dagli artisti dell'arte povera, ma ha sviluppato uno stile del tutto personale.
"Skull", il teschio tempestato di swarovski di Nicola Bolla |
Due pappagalli creati con le carte d a gioco da Nicola Bolla |
L'artista, che ha da poco esposto le sue opere nelle due fiere torinesi Artissima e Paratissima, sta lavorando a diversi progetti tra cui un lavoro a quattro mani con un famoso mosaicista di Ravenna.
Si può dire che Nicola Bolla abbia rielaborato il concetto di scultura, utilizzando quest'arte per rappresentare la realtà che ci circonda per quello che è veramente, fugace e mutevole.
Per approfondimenti, ascoltate direttamente le sue parole nell'intervista che mi ha concesso:
Intervista a Nicola Bolla
Francesca Lionetti
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